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Cristoforo Colombo e le Isole Canarie

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Un viaggio alle Canarie ti permetterà di toccare con mano il luogo che segnò l'inizio di una nuova era. Cristoforo Colombo (1451 -1506), intuendo il potenziale di queste isole, le utilizzò come base per la sua spedizione verso il Nuovo Mondo.

 

Qui, tra le onde dell'Atlantico, si scrisse il primo capitolo di una storia che avrebbe unito e trasformato il mondo."

Di fatto le Isole Canarie furono (e sono) l’ultimo porto europeo da dove salparono per il salto finale le tre mitiche caravelle (la Pinta,la Nina e la Santa Maria).

L'arcipelago fù anche anche l’ultimo punto di approvvigionamento in tutti i sensi, infatti la ricchezza naturale delle isole, la qualità dell’acqua potabile e la calorosa accoglienza dei suoi abitanti indussero la spedizione a fermarsi a Gran Canaria per varie settimane per rifornirsi, ed effettuare le riparazioni necessarie e recuperare

le forze prima di intraprendere la lunga traversata.

Il 3 agosto 1492 la Niña, La Pinta e la Santa María salparono da Palos de la Frontera dirette alle Isole Canarie, ultimo porto prima di partire verso le Indie.

Approdarono nell'arcipelago il 9 agosto e si approfitto di questo "scalo tecnico" per dare gli ultimi aggiustamenti alle caravelle per il viaggio, e reclutare altri marinai locali conosciuti per la loro abilità e la conoscenza del mare.

Quindi il 6 settembre le Caravelle salparono dalle coste dell'arcipelago. Dopo varie settimane di viaggio la tensione tra l’equipaggio cominciò a crescere e vi fu anche qualche tentativo di ammutinamento.

 

Il 12 ottobre del 1492, dopo 36 giorni di viaggio, il marinaio Rodrigo de Triana dall’alto della Pinta gridò il tanto atteso avviso di “Terra in vista”.

Cristoforo Colombo cambiava così il corso della storia tanto che questa data viene utilizzata per porre fine al medioevo e dare l’inizio all’attuale era moderna.

Nel video qui sotto, alcune immagini tratte dal film "1492 la Conquista del Paradiso" del regista Ridley Scott, con Gérard Depardieu nel ruolo di Cristoforo Colombo con la colonna sonora di Vangelis.

In quest'altro video, il momento dell'arrivo di Colombo dopo 36 giorni di navigazione, nella eccellente ricostruzione cinematografica del film "1492 la Conquista del Paradiso" con un eccezionale e magro Gérard Depardieu nel ruolo di Cristoforo Colombo.

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Ecco la cartina che raffigura il primo viaggio di Colombo

Due circostanze ben precise, determinarono il ruolo delle Isole Canarie come punto di scalo obbligatorio lungo la rotta verso il nuovo mondo:

- si trovano al centro delle correnti degli Alisei.

- Sono nell’oceano Atlantico l’ultimo bastione occidentale d’Europa.

Quando Colombo si rese conto di queste due caratteristiche, la storia delle Canarie e quella dell’America si ritrovarono strettamente intrecciate.

Fu dalle isole Canarie che partirono i primi semi di canna da zucchero e di banani portati nelle Indie.

Lo stesso sarebbe accaduto con maiali, capre, cani e pecore, che presto si sarebbero diffusi anche nelle Antille.

 

La patata americana sarebbe stata invece importata nelle Canarie, dove si acclimatò rapidamente prima di essere esportata nel resto d’Europa.

Inoltre molti abitanti dell’arcipelago si imbarcarono in viaggi che sarebbero terminati con la fondazione di città come Buenos Aires, nel 1535, ma anche Santa Marta, Caracas, Montevideo e La Habana, dove ancora oggi il loro influsso è palpabile.

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La Casa museo di Cristoforo Colombo nel quartiere di Vegueta a Las Palmas de Gran Canaria

A Gran Canaria Cristoforo Colombo chiese aiuto al governatore per riparare La Pinta dai danni subiti durante la traversata dalla penisola, la casa del governatore conserva parti originali del XVI secolo ed è considerato di grande valore storico.

 

Ti basterà entrare per sentirti proiettato nell’epoca storica della scoperta e a mano a mano che lo visiterai potrai scoprire, in modo didattico, tutto quello che avvenne in quel primo viaggio per l’America, come pure l’influsso esercitato dalle Isole Canarie su quell’evento.

La Casa di Colombo a La Gomera è il luogo perfetto per comprendere i motivi per cui il navigatore genovese avesse un debole per quest’isola. L’abbondante materiale archeologico e storico conduce in un percorso attraverso La Gomera del tempo e il ruolo fondamentale dei suoi abitanti nella scoperta del nuovo mondo.

Si narra che Cristoforo Colombo sia rimasto affascinato sin dal primo momento in cui pose piede sull’isola di La Gomera e di una leggenda che nella città di San Sebastián il navigatore visse la sua grande storia d’amore con Beatriz de Bobadilla.

Questo itinerario non potrebbe cominciare se non dalla Torre del Conde, dove secondo i racconti degli isolani i due innamorati si incontravano clandestinamente.

A pochi metri di distanza si trova la Casa dell’Aguada, la prima abitazione dei signori dell’isola, si dice che dal suo pozzo Colombo estrasse l’acqua per il suo primo viaggio.

Beatriz de Bobadilla (1440-1511). Come sopra accennato, la leggenda narra che Colombo ebbe una relazione amorosa con questa donna. Ad avvalorare questa tesi, Colombo sostò nell'isola in tutti i suoi viaggi verso le americhe.

Questa supposizione sembra probabile, in quanto Beatriz de Bobadilla era una delle donne più belle di Castiglia. La zia si chiamava anche lei Beatriz de Bobadilla e godeva della fiducia della regina Isabella, sia come dama di compagnia, sia come consigliera nelle questioni di governo.

Per questo motivo fu ammessa alla corte. Era molto bella e lo stesso re Ferdinando la guardava con occhi carichi di desiderio.

La regina Isabella, rendendosi conto del pericolo, pensò di trovarle un marito, per togliersela dai piedi. Fu così che sposò don Hernan Peraza, governatore dell’isola di La Gomera. Questi aveva un carattere dispotico e violento ed era odiato dagli isolani, per questo motivo finì assassinato, lasciando Beatriz vedova a soli 22 anni.

Grazie alla sua grande bellezza, Beatriz in seguito diventò l’amante di Alonso Fernandez de Lugo, che era governatore dell’isola di Tenerife e l’uomo più potente dell’arcipelago.

 

La cosa suscitò scandalo, ma Beatriz non si lasciò intimidire e infine sposò Alonso, diventando di fatto la signora delle isole.

 

In questo modo si vendicò di tutti i suoi nemici, che regolarmente eliminò facendoli uccidere. Mantenne con durezza l’ordine e si rese colpevole di diversi massacri tra gli aborigeni, per questo motivo fu chiamata “la dama sangrienta” (la dama sanguinaria).

 

Accusata di molti delitti, fu richiamata a Madrid per essere giudicata, ma li fu trovata uccisa a Medina del Campo.

Inoltre, un’ altra fonte che la collega a Colombo è il savonese Michele da Cuneo, noto cultore di storie piccanti che partecipò alla seconda traversata atlantica.

 

Parlando di una sosta della spedizione a La Gomera, egli racconta: “Troppo lungo sarebbe narrarvi quanti festeggiamenti, sparatorie a salve e cerimonie noi facemmo in quel luogo e tutto fu in omaggio alla signora del detto luogo, per la quale in passato il nostro Ammiraglio era stato preso d’amore”.

Il 12 ottobre, giorno in cui si celebra il Día de la Hispanidad, è una data che suscita forti emozioni e interpretazioni contrastanti. Nel 1492, l'arrivo di Cristoforo Colombo nelle Americhe segnò l'inizio di un processo storico complesso e controverso.  Nel video 👇 si analizzano le motivazioni che spinsero Colombo a intraprendere il suo viaggio, le conseguenze di questo incontro per i popoli indigeni e il modo in cui questa giornata viene commemorata in Spagna e in Italia, ma anche in America Latina, dove l'eredità coloniale continua a pesare.

Cristoforo Colombo e la eterna diatriba: era italiano o spagnolo?

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Cristoforo Colombo è universalmente riconosciuto come un navigatore ed esploratore italiano, nato a Genova nel 1451.

 

Anche se l'Italia come paese unito non esisteva ancora durante la sua vita, Colombo faceva parte della Repubblica di Genova, uno stato sovrano indipendente a quel tempo.

Ci sono varie fonti storiche che attestano l'origine italiana di Cristoforo Colombo, tra cui documenti ufficiali e biografie scritte da storici e studiosi italiani ed europei.

 

Inoltre, Colombo stesso si descriveva come genovese e parlava italiano, come dimostrato dalle note manoscritte che aggiungeva nella versione italiana della Historia di Plinio.

Per cui non si può affermare con certezza che Cristoforo Colombo scrivesse solo in spagnolo. Le sue lettere e scritti sopravvissuti sono stati redatti principalmente in spagnolo e portoghese, ma come detto in precedenza, ci sono alcune note scritte in italiano.

 

Non ci sono prove definitive che dimostrino che Colombo abbia scritto solo in spagnolo o che abbia abbandonato la sua lingua madre. Tuttavia, è noto che Colombo ha trascorso molti anni della sua vita in Spagna, al servizio dei monarchi spagnoli, e che ha viaggiato con navi spagnole.

 

Questo potrebbe spiegare il motivo per cui molti dei suoi scritti sopravvissuti sono in spagnolo.

Anche il tema della nazionalità di Cristoforo Colombo è stata oggetto di dibattito per molti anni, con diverse teorie che sostengono che potrebbe essere italiano, spagnolo o addirittura ebreo.

 

Tuttavia, la maggior parte delle prove indica che Colombo era di origine genovese, anche se è possibile che abbia vissuto in Spagna per un periodo significativo della sua vita e che abbia navigato sotto la bandiera spagnola.

Gli spagnoli hanno un forte interesse storico ed emotivo per il ruolo che il loro paese ha svolto nell'esplorazione e nella conquista delle Americhe, compresa la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Colombo.

 

Per questo motivo, alcuni spagnoli potrebbero considerare Colombo come un eroe nazionale, anche se non è del tutto chiaro se la sua nazionalità fosse effettivamente spagnola.

A proposito delle caravelle di Colombo, a Las Palmas de Gran Canaria c'è La replica della Niña, una delle tre navi con le quali Cristoforo Colombo scoprì l'America, situata di fronte al Muelle (Molo) Santa Catalina.

Il 24 maggio 2023, la nave è stata completamente distrutta da un incendio. Le cause sono ancora sconosciute, ma si ipotizza che possa essere stato un cortocircuito o un incendio doloso, in quanto la caravella era diventata riparo per senza tetto.

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La perdita della replica della Niña è stata un evento molto triste per la città di Las Palmas de Gran Canaria, che ha sempre considerato la nave un simbolo della sua storia e della sua cultura.

La caravella era una popolare attrazione turistica e rappresentava un importante contributo all'educazione storica della città.

La replica della Niña era una nave a tre alberi lunga 22 metri e larga 6,5 metri. Era costruita in legno di pino e quercia ed era dotata di quattro vele.

 

La nave poteva trasportare fino a 30 persone ed era in grado di navigare fino a 8 nodi.

La nave era stata utilizzata in diversi eventi storici, tra cui la commemorazione del 500° anniversario della scoperta dell'America nel 1992.

 

Aveva anche partecipato a diverse regate e mostre.

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